Negli ultimi scritti ritorna prepotentemente il tema della vocazione, che è strettamente legato al carisma, alla spiritualità ed alla prassi dell'Opus Dei.

Sto leggendo il libro di E.B.E "El Opus Dei como revelacion divina", che trovo molto interessante anche perchè lascia intuire come sarebbe più vera e compiuta la stessa vita dell'istituzione se essa condividesse generosamente con gli storici e gli studiosi la documentazione in suo possesso. Vi sono domande che esigono risposta. E non sono solo le domande teoriche o generali: sono le domande concrete che provengono dalle singole persone e quindi intercettano la vita reale delle anime.

Mi viene in mente, forse perchè proviene da un italiano, la "lettera di dimissioni di un numerario dopo 25 anni" di Aristotele, pubblicata su Opuslibros l'8 di settembre 2010. Mi sembra impossibile che una lettera così chiara, sincera, onesta, delicata, lucida e drammatica (perchè racchiude 25 anni della vita di un uomo tra i 15 ed i 40 anni, quindi il cuore pulsante dell'esistenza) possa restare inascoltata. Se questo accade deve esserci una spiegazione che inevitabilmente risale alla matrice dell'organismo, la cui natura dunque richiede un approfondimento ed una chiarificazione ulteriori.

Un saluto a tutti.  

fiorenzo2002