Frida :
Sobre los agregados
Querido Gregory
has preguntado qué es lo que pensamos de los agregados (desgraciadamente, no tuve nada que ver con ellos) cuando estuvimos dentro. Te contestaré sin pelos en la lengua.
Pensé que eran personas que no podían plantearse pedir la admisión como numerarios, a causa de una deformación física o a lo mejor de un carácter un muy introvertido. De hecho, pensé que eran numerario de serie B aunque nadie ha usado nunca expresiones de este género. La idea me la fui haciendo por los comentarios que salieron de vez en cuando de la boca de algunas numerarias mayores. Nunca fueron comentarios explícitamente negativos, pero siempre implicaban cierta compasión. Del tipo: "¿ves aquella? Pobrecita no puede ser numeraria porque es coja. Qué pecado eh"?.
Para mí, las agregadas fueron como las marcianas. No supe qué vida llevaban y no sentí por ellas ninguna envidia. Me parecía que su vida tenía todas las desventajas de las numerarias sin ninguna ventaja. No tenían el narcisismo de ser considerada las "selectas", las "número uno". Me avergüenzo de escribir estas cosas porque las siento de una mezquindad sin fin pero es cuanto pensé. Y no creo que fuera lo única a ver las cosas de este modo.
Obvio que hoy razono de otra manera. Me horroriza esta división en castas: numerario, agregado, auxiliares. Me horroriza el hecho que te hayan dicho que debiste pitar como agregado. ¿Y quién le dijo eso a ellos? ¿Dios? ¡Pero por favor!!!
Entonces, no logro encontrar nada pero nada divino en todo esto y si alguien la piensa de otra manera diferente a mí, juro que seré feliz de leer sus motivaciones.
Te saludo con gran cariño, Gregory, y me disculpo por mi sequedad. Espero que otros envíen cartas más articuladas y de mayor espesor.
Frida
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(el correo original, en italiano)...
Caro Gregory,
hai chiesto cosa pensavamo delle aggregate (visto che gli aggregati, purtroppo, non mi competevano) quando stavamo dentro. Ti risponderò senza peli sulla lingua.
Pensavo che erano persone che non avevano potuto chiedere l'ammissione come numerarie, a causa di una menomazione fisica o magari di un carattere un po'introverso. Di fatto, pensavo che fossero numerarie di serie B anche se nessuno ha mai usato espressioni di questo genere. L'idea me l'ero fatta attraverso i commenti che uscivano ogni tanto dalla bocca di qualche numeraria più grande. Non erano mai commenti esplicitamente negativi. Ma tradivano sempre una certa compassione. Del tipo: "vedi quella? Poverina non può essere numeraria perché è zoppa. Che peccato eh?".
Per me, le aggregate erano un po' come delle marziane. Non sapevo che vita conducessero e non ne avevo alcuna invidia. Perché mi sembrava che la loro vita avesse tutti gli svantaggi di quella delle numerarie senza alcun vantaggio. Come quello, narcisistico, di essere le considerate le "elette", le "numero uno". Insomma, mi sembrava solo una bella fregatura. Mi vergogno di scrivere queste cose perché le sento di una meschinità senza fine ma è quanto pensavo. E non credo che fossi l'unica a vedere le cose in questo modo.
Ovvio che oggi ragiono diversamente. Mi inorridisce questa divisione in caste: numerarie, aggregate, ausiliari. Mi inorridisce il fatto che ti abbiano detto che dovevi pitare come aggregato. E chi glielo aveva detto a loro? Dio? Ma per favore!!!
Insomma, non riesco a trovare nulla ma nulla di divino in tutto questo e se qualcuno la pensa diversamente da me, giuro che sarò felice di leggere le sue motivazioni perché mi sfuggono.
Ti saluto con grande affetto, Gregory, e ti chiedo scusa per la mia asciuttezza. Spero che altri spediscano lettere più articolate e di maggiore spessore.
Frida
Publicado el Friday, 14 May 2004
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