Extractum ex CLARETIANUM, vol. XLIX, 2009

 

 

 

 

GLI STUDI ACCADEMICI DI S. JOSEMARÍA ESCRIVÁ Y ALBÁS*

GIANCARLO ROCCA

 

(El texto y los documentos aportados por Rocca para este estudio, escaneados página por página en formato imagen)

 

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Introduzione

 

Una ricerca sugli studi accademici compiuti da s. Josemaría Escrivá y Albás riveste una certa importanza per diversi motivi.

Anzitutto, permette di precisare informazioni confuse, lacunose o errate che si trovano in tinte biografie del celebre fondatore del l'Opus Dei1, persino in biografie scritte da membri dell'Opera e addirittura in biografie considerate "critiche" e "definitive”2. Solo recentemente l'Opus Dei ha cercato di examinare estoicamente come Escrivá è arrivato alle due lauree, ma qualcosa sembra possibile precisare e aggiungere anche nei riguardi di questi ultimi studi3.

 

*Molte sono le persone che mi hanno aiutato a portare a termine questo lavoro, e qui le ringrazio tutte, indistintamente.

 

1 Si potranno trovare informazioni al riguardo in Joan Estruch, Santos y pillos. El Opus Dei y sus paradojas, Barcellona, Herder, 1994, in particolare pag. 64-68, dove Estruch sottolinea come persino alcuni biografi di Escrivá, membri dell'Opus Dei, non conoscono o conoscono male le vicende relative agli studi accademici del loro fondatore. Tra i tanti biografi di Escrivá che ignorano, in tullo o in parte, le vicende relative alle lauree in diritto e in teología cf, ad es., Giuseppe Romano, Opus Dei. Chi; come, perché, Cinisello Balsamo, San Paolo, 1994, pag. 246-248, che parla addirittura di una laurea in legge nel 1927 e ignora la laurea in teología.

 

2 Ecco quanto si dice nell'ultima pagina di copertina del primo volumen dell'opera (in tre volumi) di Andrés Vázquez de Prada, Il fondatore dell'Opus Dei. La biografía del beato Josemaría Escrivá, I, 1902-1936, Milano, Leonardo International, 1999: «La prima biografia critica del Beato Josemaría Escrivá... Si tratta di un'opera definitiva: per l'estensione, il metodo e per il fatto che, per la prima volta, un biografo ha potuto consultare tutte le fonti. L'Autore ha esaminato tutto il materiale esistente, rimasto fino adesso in gran parte inedito...». Per quanto riguarda la laurea in teologia cf Prada, El fundador del Opus Dei, III, Los caminos divinos de la tierra, Madrid, Rialp, 2003, pag. 333-336, dove si parla diffusamente dei viaggi di Escrivá in Europa tra il 22 aprile e il 10 dicembre del 1955, ma nulla si dice della laurea in teología conseguita il 20 dicembre del 1955.

 

3 Mi riferisco allo studio di Pedro Rodríguez, El doctorado de san Josemaría en la Universidad de Madrid, in Studia et documenta. Rivista dell'Istituto Storico San Josemaría Escrivá 2 (2008) 13-103, e a quello di Francesc Castells i Puig, Gli studi di teologia di san Josemaría Escrivá, ivi, pag. 105-144.

 

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Inoltre, permette di conoscere le difficoltà incontrate da Escrivá per arrivare alle sue due lauree, cioè quella in diritto e quella in teologia.

Infine, offre lo spunto per alcune riflessioni sugli ambienti ecclesiastici del tempo.

Giova subito precisare che la base di questo articolo è costituita dalle fonti presenti negli archivi del seminario di San Francesco di Paola di Saragozza, dell'Università pontificia di Saragozza, dell'Università statale di Saragozza, dell'Università centrale di Madrid (attualmente Università Complutense) e della Pontificia Università Lateranense in Roma. A parte la Positio, presentata in vista della beatificazione e canonizzazione di Escrivá e che riveste un carattere ufficiale4, alle altre biografie e studi si farà riferimento solo per quanto riguarda lo specifico argomento degli studi accademici di Escrivá de Balaguer.

 

 

PARTE PRIMA. I DATI DI FATTO.

 

1. Gli studi di teologia nella Pontificia Università di Saragozza.

 

Dopo la soppressione, avvenuta nel 1868, della facoltà di teologia nell'Università di Saragozza5, la S. Sede si premurò di conservare un carattere accademico agli studi ecclesiastici e nel 1896 inviò apposite istruzioni a 5 seminari spagnoli per erigere, a livello di Università pontificia, le facoltà di teologia, di diritto canonico e di filosofia scolastica.

Tra questi seminari figurava anche quello di Saragozza, che dal 1897 fu in grado di ordinare accademicamente gli studi in esso compiuti, con la possibilità di concedere i relativi diplomi di baccellierato, licenza e laurea, diplomi che si potevano conseguire, per quanto riguarda la teologia, rispettivamente nel terzo, quarto e quinto anno del corso6. E ciò fino al 1933, quando un nuovo ordinamento degli studi da parte della S. Sede privò il seminario del titolo di Università pontificia7. Le qualifiche erano suddivise in quattro: meritus, benemeritus, meritissimus, suprameritissimu 8, qualifiche che occorre tenere presente per valutare gli studi compiuti da Escriva9.

 

4 La Positio super cita et virtutibus per la causa di beatificazione e canonizzazione di Escrivá de Balaguer consta di 4 volumi, tutti stampati a Roma nel 1988 a cura della Postulazione: 1. Informatio; 2. Summarium; 3. Studium criticum super virtutum heroicitate; 4. Biographia documentata. A essi si farà riferimento, quando necessario, indicando solo il titolo del volume.

 

5 J. M. Lacarra, Universidades. Zaragoza, in Diccionario de Historia Eclesiástica de España, IV, Madrid, Instituto Enrique Flórez, 1975, pag. 2650-2651.

 

6 La neo-università ebbe propri statuti, approvati dalla S. Sede: Statuta pro Facultatibus S. Theologiae, Juris Canonici et Philosophiae Scholasticae in Seminario Caesaraugustano, Pontificia autoritate erectis, Roma 1897 (Archivio della Congregazione per l'Educazione cattolica, pos. Saragozza). Cf l'Epistola inviata il 15.9.1897 dalla S. C. degli Studi ai vescovi spagnoli nelle cui diocesi erano state erette i neo istituti, per precisare l'orientamento da adottarsi negli studi. Per quanto riguarda quelli teologici, la S. C. ordinava di seguire, per la teologia dogmatico-scolastica, la Summa di s. Tommaso; per quella dogmatico-positiva, gli autori che spiegassero le questioni Bellarmini more, mentre venivano del tutto vietati compendi o sintesi teologiche che non si addicevano a studi universitari (Epistola Em.mi Card. Praefecti S. C. Studiorum ad Praesules hispanos, in quorum dioecesibus erecta noviter sunt Pontificia instituta, in Acta Sanctae Sedis 30 [1897-1898] 632-635).

 

7 Molti sulla storia del seminario di Saragozza e sul periodo in cui fu università pontificia in Francisco Martín Hernández, El seminario de Zaragoza. 200 años de historia, 1788-1988, Saragozza 1988, e in Plácido Fernández García, El seminario de Zaragoza en el siglo XX, ivi 2001.

 

8 «...Qui sorte felici utrumque experimentum superaverit..., et quidem tanquam Meritus, vel Benemeritus, vel Meritissimus, vel Suprameritissimus...» (Dagli Statuta pro Facultatibus- S. Theologiae, Juris Canonici et Philosophiae scholasticae in Seminario Caesaraugustano pontificia auctoritate erectis..., cit, Cap. V, De studiis in genere, art. 30).

 

9 Conviene precisare la diversa gradazione dei vota, perché, se si omette il suprameritissimus, sembra che Escrivá abbia raggiunto il massimo della votazione, il che non è esatto. In questo errore cadono diversi Autori e, tra essi, anche il Summarium, pag. 44-46, nn. 164-168, dove non si precisa mai l'esistenza del quarto grado di suprameritissimus, e ci si limita a dire che Escrivá "negli esami... non incontrò mai alcuna difficoltà: Ii superò tutti... con sedici meritissimus'' (Dalla testimonianza di mons. Alvaro del Portillo). Analoghe affermazioni nella Biographia documentata, pag. 118, dove si dice che "alla fine del corso 1922-1923 i risultati degli esami... erano stati brillantissimi... meritissimus". Sulla scia della Positio anche altri Autori non precisano la gradazione dei voti, e tra essi: Prada, El fundador del Opus Dei, I, ;¡Señor, que vea!, Madrid, Rialp, 1997, 2001, pag. 178: «En su expediente académico, ya completo, aparecen veinte asignaturas: dieciséis, con la máxima calificación ("meritissimus")...»; Ramón Herrando Prat de la Riba, Los años de seminario de Josemaría Escrivá en Zaragoza (1920-1925). El seminario de San Francisco de Paula, Madrid, Ediciones Rialp, 2002 (Instituto Histórico Josemaría Escrivá - Roma; Monografías), pag. 213: «Josemaría cursó 20 asignaturas en la Universidad Pontificia de Zaragoza. En 16 obtuvo la máxima calificación, meritissimus...»; Federico M. Requena, Diez itinerarios sacerdotales..Los compañeros de ordenación del beato Josemaría, in Anuario de Historia de la lglesia 9 (2000) 719-739, in particolare pag. 723, dove l'Autore si limita a parlare dei tre gradi accademici del baccellierato, licenza e laurea, senza indicare la quadruplice gradazione dei voti, e non precisa mai se Escrivá abbia o non abbía conseguito i titoli accademici.

 

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Stando ai documenti di archivio, risulta che Escrivá andò a Saragozza nel 1920, proveniente dal seminario di Logroño, dove aveva frequentato il primo anno di teologia10.

Per gli studi compiuti nel primo anno di teologia, 1919-1920, compiuto a Logroño, abbiamo i seguenti risultati (cf doc. n. 1)11:

-Luoghi teologici: Meritissimus.

-Storia ecclesiastica: Meritissimus.

-Archeologia: Meritissimus.

-Sociologia: Meritissimus.

-Teologia pastorale: Benemeritus.

-Diritto spagnolo: Meritissimus.

-Francese: Meritissimus.

 

A Saragozza Escrivá entrò nel seminario di San Francesco di Paola12 e i successivi studi di teologia vennero da lui compiuti nella Pontificia Università di Saragozza con i seguenti risultati (cf doc. n. 5)13

 

Per l'anno accademico 1920-1921, corrispondente al secondo anno di teologia:

-De Verbo Incarnato et Gratia: Meritissimus.

-De Actibus et virtutibus: Benemeritus.

-Oratoria sacra: Meritissimus.

-Introduzione alla Sacra Scrittura: Meritissimus.

 

10 Per gli studi compiuti da Escrivá a Logroño cf J. Toldrá Parés, Los estudios de Josemaría Escrivá en Logroño (1915-1920), in Anuario de Historia de la Iglesia 6 (1997) 605-684; Id., Josemaría Escrivá en Logroño (1915-1925), Madrid, Rialp, 2007.

 

11 Questi dati sono ripresi da Prada, El fundador... 1, pag. 611.

 

12 Molti particolari al riguardo in Ramón Herrando Prat de la Riba, Los años de seminario del beato Josemaría Escrivá en Zaragoza (1920-1925)... cit.

 

13 Conviene sottolineare che i dati qui riportati per gli studi di teologia negli anni 1920 e seguenti sono ripresi dal certificato inviato nel 1955 da Saragozza alla Pontificia Università Lateranense in Roma per il conseguimento, da parte di Escrivá, della laurea in teologia. In alcuni casi i dati sono un po' diversi da quelli presentati nel Summarium, che per l'anno accademico 1920-1921 aggiunge un esame di Liturgia con il voto di meritissimus, e per l'anno accademico 1921-1922 aggiunge un esame di Teologia pastorale, con il voto di meritissimus, che invece risultano per l'anno accademico 1922-1923 (Summarium, pag. 45: dalla testimonianza di mons. Alvaro del Portillo). Stessa incertezza anche in Prada, El fundador..., 1, pag. 610-611. Ad es., Prada segnala un corso di liturgia (con votazione di Meritissimus), che non risulta nel certificato del 1955; inoltre egli sposta nell'anno accademico 1921-1922 l'esame di Teologia pastorale, che nel certificato del 1955 risulta essere dell'anno accademico 1922-1923. La sostanza, comunque, è la stessa.

 

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-Esegesi del Nuovo Testamento: Meritissimus.

-Patrologia: Meritissimus.

-Lingua greca: Meritus.

-Lingua ebraica: Meritus.

 

Per l'anno accademico 1921-1922, corrispondente al terzo anno di teologia:

-De Deo creante: Meritissimus.

-Theologia moralis: Meritissimus.

-De re sacramentaria: Benemeritus.

 

Per l'anno accademico 1922-1923, corrispondente al quarto anno di teologia:

-Esegesi dell'Antico Testamento: Meritissimus.

-Teologia morale sacramentale: Meritissimus.

-De Deo Uno et Trino: Meritissimus.

-Pratica parrocchiale: Meritissimus.

-Pedagogia catechetica: Meritissimus.

 

Per l'anno accademico 1923-1924, corrispondente al quinto anno di teologia:

-Disquisizioni teologiche: Meritissimus.

-Istituzioni canoniche: Meritissimus.

-Casi di coscienza (Casus conscientiae): Meritissimus.

 

In seguito non risultano altri esami, il che significa che Escrivá non conseguì nella Pontificia Università di Saragozza né il baccellierato, né la licenza, né la laurea in teologia, e venne ordinato sacerdote il 28.3.1925.

 

 

2. Gli studi nella facoltá di diritto dell'Università civile di Saragozza.

 

Dalla Certificación académica oficial, datata 30 marzo 1927 e inviata all'Università centrale di diritto per il trasferimento della pratica di Escrivá a Madrid (cf doc. n. 6), risulta che Escrivá si era iscritto all'Università civile di Saragozza già per l'anno accademico 1922-1923, quindi nel quarto anno dei suoi studi di teologia, appunto del-l'anno 1922-192314. E poté iscriversi all'Università civile avendo otte nuto il baccellierato nell'istituto Práxedes Mateo Sagasta, di Logroño (1915-1918) 15.

 

14 Non é esatto, quindi, Prada, El fundador..., I, pag. 168, quando afferma che Escrivá "emprendió la carrera de Leyes después de haber terminado el cuarto año de Teología".

 

15 Biographia documentata, pag. 71 e 82-83; Prada; El fundador.... I, pag. 608-609.

 

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Nell'anno accademico 1922-192316 sostenne i seguenti esami, con la seguente votazione17:

-Lingua e letteratura spagnola: Notable.

-Logica fondamentale: Sobresaliente.

 

Nell'anno accademico 1923-1924 si iscrisse per i seguenti esami con le seguenti votazioni:

-Storia di Spagna: dapprima suspenso nella sessione ordinaria, poi con la votazione di aprobado in quella straordinaria.

-Elementi di diritto naturale: Notable.

-Istituzioni di diritto romano: Sobresaliente con Matrícula de Honor.

-Economia politica: Sobresaliente.

-Storia generale del diritto spagnolo: Aprobado.

-Istituzioni di diritto canonico: Sobresaliente con Matrícula de Honor.

-Diritto civile spagnolo, comune e di foro (prima parte): Aprobado.

 

16 Non appare quindi esatta nemmeno la Biographia documentata (pag. 163), la quale afferma che Escrivá avrebbe iniziato gli studi di diritto al termine dei quattro anni di teologia, conclusisi a giugno del 1923 con l'anno accademico 1922-1923: «Fedele al proposito che gli studi civili non rubassero un solo minuto alla preparazione ecclesiastica, il Servo di Dio non li cominciò prima di aver terminato il 4º anno di teologia». Escrivá sostenne, sì, gli esami nella Facoltà di diritto nel settembre 1923, ma egli si era già iscritto per l'anno accademico 1922-1923. Del resto, ormai convinti dell'insostenibilità della tesi che Escrivá avesse iniziato gli studi civili dopo quelli ecclesiastici, Pedro Rodríguez scrive: «1923. Inicia la carrera de Derecho en la Universidad civil de Zaragoza. Hasta junio de 1924 simultanea la carrera civil y la eclesiástica...» (Pedro Rodríguez, ed., Camino. Edición crítico-histórica, Madrid, Rialp, 2004, pag. XXXVIII).

 

17 Il Summarium, pag. 47, n. 172, cosi traduce le qualifiche dei voti: aprobado = sufficiente; notable = buono; sobresaliente = ottimo; sobresaliente con matrícula de honor = ottimo con lode.

 

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Nell'anno accademico 1924-1925 Escrivá si iscrisse per i seguenti esami:

         -Diritto político spagnolo comparato con quello straniero: non si presenò agli esami.

         -Diritto administrativo: non si presentò agli esami.

         -Diritto penale: non si prententò agli esami.

         -Diritto civile spagnolo, comune e di foro (seconda parte): Notable.

 

         Ne’ll anno academico 1925-1926 sostenne i seguenti esami con i seguenti risultati:

         -Elimenti di Hacienda pubblica: Aprobado.

         -Procedimenti giudiziari: Aprobado.

         -Diritto internazionale pubblico: Sobresaliente con opción a Matrícula de Honor.

         -Diritto mercantile spagnolo e dele principale nazioni di Europa e di America: Notable.

         -Diritto internazionale privato: Notable.

         -Diritto político: Notable.

         -Diritto amministrativo: Aprobado.

         -Diritto penale: Aprobado.

 

         Nell’anno académico 1926-1927 sostenne i seguenti exami con le seguente votazione:

         -Pratica forense e redazione di documenti pubblici: Notable.

 

         Nella sezione “Asignaturas repetidas” del certificato trasmesso a Madrid risultano, di conseguenza, i tre esami per i quali Escrivá non si era presentato e che ha poi sostenuto in un’altra sessione: Dirito político, Diritto amministrativo e Diritto penale.

 

         In sintesi, nell’Univertitá civile di Zaragoza Escrivá sostenne 19 esami: 6 negli esami ordinari di giugno e 13 nella sessione straordinaria di settembre; gli esami, ai quali non si era presentato e vennero quindi ripetuti, furono 3: Diritto político, Diritto amministrativo e Diritto penale. La media dei voti era: Notable. Quando chiese il trasferimento della sua pratica a Madrid, Escrivá lasciava l’Università civile di Zaragoza con la licenza in diritto18.

 

 

18 Non sono quindi esatti Giuseppe Romano, Opus Dei..., cit., che parla –come già ricordato- di “laurea in legge” ottenuta nel 1927 (pag. 246); e Karl Lehmann, Per una spiritualità laicale, in Il Regno 48 (2003/11) 345-350, in particolare pag. 346, quando scrive che Escrivá si iscrisse «alla Facoltà de giurisprudenza dell’Università statale di Saragozza, dove nel gennaio 1927 consegue la laurea in diritto». Così non è neppure esatto Francesc Castells i Puig, Gli siudi di teologia..., cit., quando continua a scrivere che Escrivá «ottenne la laurea civile di diritto nella Universidad Literaria di Saragozza».

 

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3. Gli studi nella Università Centrale di Madrid19.

 

Escrivá ottenne il trasferimento dall'Università civile di Saragozza alla facoltà di diritto dell'Università centrale di Madrid, la sola in quel momento a poter concedere il dottorato, il 30 marzo 1927.

A Madrid, però, sia per gli impegni pastorali, sia per le necessità della vita, occorsero diversi anni prima che egli arrivasse alla laurea. Si tenga presente che occorrevano ancora, dopo gli esami sostenuti a Saragozza, altri quattro esami per accedere alla laurea.

 

Nell'anno accademico 1926-1927, il 28 aprile 1927, Escrivá si iscrisse per due esami: Storia del diritto internazionale e Filosofia del diritto, ma non si presentó agli esami.

Nell'anno accademico 1927-1928, il 31 agosto 1928, si iscrisse per gli esami di Storia del diritto internazionale, Storia della letteratura giuridica e Filosofia del diritto, che sostenne nella sessione di settembre, riportando, nella prima materia, la votazione di Aprobado, e nella terza quella di Notable. All'esame di Storia della letteratura giuridica non si presentò.

Nell'anno accademico 1928-1929 si iscrisse, il 7 gennaio 1929, per Politica sociale e Storia della letteratura giuridica spagnola, ma non si presentò agli esami.

Nell'anno accademico 1929-1930 si iscrisse nuevamente, il 15 dicembre 1929, per gli stessi esami. Nella sessione di gennaio 1930 superò l'esame di Storia della letteratura giuridica (con votazione Notable), ma non si presentò all'esame di Politica sociale.

Negli anni accademici 1930-1931, 1931-1932, 1932-1933 Escrivá si iscrisse sempre per Política sociale (l'ultimo esame che ancora gli mancava per poter accedere alla laurea), ma non si presentò agli esami20.

 

19 Si noti qui, per inciso, che nella documentazione accademica non appare ancora il titolo «de Balaguer».

20 Giova notare il frequente cambio di residenza di Escrivá, mentre si trovava a Madrid, come risulta dagli atti accademici. Al decano della Facoltà di diritto a Madrid il 28 aprile 1927 dice che vive nella calle Farmacia, 2 principal; il 29 agosto 1927 nella calle Larra, 3; il 31 agosto 1928 in Fernando el Católico, 46; il 15 dicembre 1929 in Sta. Engracia, 13; il 24 aprile 1933 in calle José Marañón 4; e nell'aprile del 1934 in Corredera Baja, 51.

 

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In una lettera, datata 21 aprile 1933, della superiora del monastero delle Agostiniane Recollette (di Madrid, c/ Santa Isabel)21, si legge che Escrivá percepiva uno stipendio annuo di 1.500 pesetas22, e questa lettera venne allegata, insieme con altri documenti, per chiedere l'immatricolazione gratuita per l'esame di Politica sociale (cf doc. n. 8).

Nell'anno accademico 1933-1934 Escrivá si iscrisse per l'esame di Politica sociale, ma ancora una volta non si presentò agli esami.

 

A questo punto s'inserisce una questione. Stando al Summarium, il quarto esame di Politica sociale non sarebbe stato necessario per la difesa della tesi23, ma questa informazione è chiaramente errata, perché Alvaro del Portillo - che aveva reso questa informazione al processo per la beatificazione del suo fondatore - non era stranamente al corrente di un altro esame sostenuto da Escrivá nel successivo anno accademico.

 

Di fatto, nell'anno accademico 1934-1935 Escrivá decise di cambiare il corso di studio e, invece di iscriversi ancora per l'esame di Politica sociale, optò per quello di Storia delle istituzioni politiche e civili di America, conseguendo la votazione di Sobresaliente.

 

Alla fine del 1935, quindi, Escrivá aveva sostenuto i quattro esami previsti per poter accedere alla laurea.

 

21 «Certifico que D. José María Escrivá y Albas, come Capellán de esta Santa Casa, percibe el sueldo anual de mil quinientas pesetas» (Carpeta de expediente de, alumno, di Escrivá y Albas: Archivio della Facoltà di diritto dell'Università Centrale di Madrid, attualmente Università Complutense).

 

22 Questa dichiarazione della superiora delle Agostiniane Recollette dovrà ovviamente essere confrontata con altre, ad es., con la dichiarazione datata 26.1.1934, secondo la quale Escrivá "desde el 20 de septiembre de 1931, viene desempeñando el cargo de capellán de las R.R. MM. Agustinas Recoletas del Monasterio de Sta. Isabel (antiguo Patronato Real), sin recibir retribución oficial alguna" (Biographia ducumentata, pag. 363). In altre parole, Escrivá riceveva certamente un compenso da parte delle monache, a titolo privato, ma non ancora quello ufficiale, previsto da parte del Governo civíle, e che riceverà dopo la sua nomina ufficiale (dicembre 1934) a cappellano.

 

25 Summarium, pag. 133, n. 488: «Invece non riuscì, a causa degli altri impegni di lavoro, a preparare il quarto esame, di Politica sociale, ma non lo ritennero necessario quando preparò la tesi» (Dalla testimonianza di mons. Alvaro del Portillo). Questa affermazione appare un po' elusiva. Per la difesa della tesi era obbligatorio aver superato tutti gli esami previsti per il dottorato.

 

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Circa l'argomento della tesi di laurea (a Saragozza in teología e a Madrid in diritto) le informazioni opusdeiste non appaiono armonizzate tra loro.

Stando al Summarium, Escrivá aveva già fissato come argomento della sua laurea in teología alla Pontificia Università di Saragozza l'ordinazione di meticci e figli di meticci nei secoli XVI e XVII (La ordenación sacerdotal de mestizos y cuarterones en los siglos XVI y XVII), e aveva cominciato a raccogliere il materiale, pensando di laurearsi nell'anno accademico 1924-192524.

Questa informazione, però, relativa agli anni accademici 1923-1924 e 1924-1925, mal si accorda con il fatto che Escrivá non aveva sostenuto gli esami né di baccellierato né di licenza, necessari per accedere alla laurea in teología.

Stando ancora al Summarium, Escrivá avrebbe cominciato a lavorare alla tesi di laurea in diritto, avendo sempre come argomento l'ordinazione di meticci, quando si trovava a Madrid attorno al 193025.

La Biographia documentata, pero, piú precisa, informa che al 7.3.1930 non c’era ancora alcun argomento definito per la tesi di laurea in diritto e che, scrivendo al suo ex professore José Pou de Foxá, Escrivá gli aveva trasmesso un elenco di documenti presenti nella Biblioteca Nazionale di Madrid, sezione Manoscritti, chiedendogli di esaminarli e di suggerirgli quale di esso avrebbe potuto costituire l'argomento della sua tesi. E quest'ultima versione è quella riprodotta da Prada26 e anche da Pedro Rodríguez, il quale, però, posticipa un po' la datazione, ponendola in relazione con l'esame di Storia delle istituzioni politiche e civili di America, che Escrivá aveva sostenuto nell'anno accademico 1934-193527. In conclusione, sembra che Escrivá stesse lavorando alla tesi di laurea in diritto, di cui aveva ormai fissato l'argomento - per quella in teologia Escrivá parla sempre del suo desiderio di portarla a termine, senza però ulteriori precisazioni - proprio negli anni 1935-193628.

 

24 «...nel giugno 1923 terminò il quadriennio degli studi teologici. Durante l'anno accademico successivo porto a termine i corsi monografici del quinto anno e superò i relativi esami nella sessione ordinaria di giugno; rimando all'anno accademico 1924-1925 la discussione della tesi dottorale, che preparó ma non presentó, con l'intenzione esplicita di rinunciare così ad ogni possibilità di fase una "carriera" ecclesiastica. La tesi era sull'ordinazione di meticci e figli di meticci dopo la scoperta dell'America: essa scomparve, con tutto il materiale di ricerca e di lavoro, durante la guerra civile» (Summarium, pag. 44, n. 164: dalla testimonianza di mons. Alvaro del Portillo).

 

25 «In quel periodo lavorò ad una tesi dottorale di ricerca, il cui argomento era l'ordinazione di meticci e dei figli di meticci nel XVI e XVII secolo. Raccolse abbondante materiale...» (Summarium, pag. 132, n. 485: dalla testimonianza di mons. Alvaro del Portillo).

 

26 Ecco quanto recita la Biographia documentata, pag. 262: «Dalla corrispondenza intrattenuta con il suo antico professore di diritto romano di Saragozza, don José Pou de Foxá, traspare l'impegno con cui si dedicava al lavoro. Il 7.3.1930 il Servo di Dio scrisse: "...Hoy le escribo para mandarle esas cuartillas, donde he copiado las papeletas de Dº Canónico, que tiene la Biblioteca Nacional en la Sección de Manuscritos, por si usted ve la manera de aprovechar alguno de esos manuscritos para mi tesis: Haciendo, p. e., como un comentario o crítica de la obra, con su prólogo, más, al final, bibliografía..."». Stesse affermazioni in Prada, El fundador..., I, pag. 326-327.

 

27 Pedro Rodríguez, El doctorado..., cit., pag. 69ss.

 

28 Biographia documentata, pag. 262; ivi, pag. 401, dove si precisa che negli anni 1935-1936, cioè cuando ancora si trovaba a Madrid e non era scoppiata la guerra civile, Escrivá stava lavorando alla sua tesi; Prada, El fundador..., I, pag. 326-327.

 

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A seguito della guerra civile spagnola e dei diversi traslochi cui fu costretto, Escrivá perse - o considerò persa29 - la documentazione raccolta fino a quel momento e, durante la sua permanenza a Burgos, approfittando della vicinanza al monastero de Las Huelgas, decise per un nuovo argomento di tesi, cioé la giurisdizione della abbadessa di Las Huelgas, famoso monastero cistercense spagnolo, che nel medioevo godeva di particolari privilegi. Le ricerche per questa nuova tesi di laurea sarebbero state iniziate nel marzo del 193830.

Alla fine della guerra civile la tesi era pressoché finita ed Escrivá poté rientrare a Madrid, nel marzo del 1939, con tutto o quasi tutto il suo materiale.

La difesa della tesi di laurea ebbe luogo nell'anno accademico 1939-1940, esattamente il 18.12.1939, ed Escrivá riportò la votazione: Sobresaliente. Escrivá non ottenne quindi la qualificazione massima, che era Sobresaliente cum laude, essendo le qualifiche distinte in quattro gradi: Aprobado, Notable, Sobresaliente, Sobresaliente cum laude31. Sappiamo, però, che Escrivá aveva, sì, difeso la sua tesi sulla giurisdizione della abbadessa di Las Huelgas; ma nonostante una ricerca effettuata nell'archivio dell'Università32, non è stato possibile trovare l'originale della tesi di laurea33, sostituita da una copia a stampa del volume La Abadesa de Las Huelgas. Estudio teológico jurídico, 2.a edizione, Madrid, Ediciones Rialp, 197434. Se da una parte ci si può rammaricare di questa sostituzione - che rende impossibile appurare come fosse allora strutturata la tesi, quale consistenza avesse e con quale utilizzo delle fonti e della bibliografia -, dall'altra ci si può chiedere per quale interesse la tesi di laurea in originale sia stata sostituita da un volume stampato trent'anni dopo.

 

29 «Era obvio quee tenía que empezar de nuevo, pues todos los papeles y notas de investigación sobre la ordenación sacerdotal de mestizos v cuarterones en la América colonial española habían quedado en la residencia de Ferraz. Sin ser demasiado pesimista, podía darlos por perdidos» (Prada, El fundador..., II, pag. 293).

 

30 Ana Sastre, A la orilla de los cantares de gestas: Burgos 1938-1939, in AA. VV., San Josemaría Escrivá. Contesto storico. Personalità. Scritti, Roma, Edizioni Università della Santa Croce, 2003, pag. 195-210, in particolare pag. 210: «Su tesis, que comienza en marzo de 1938...».

 

31 Non è quindi esatto mons. Casimiro Morcillo, vescovo ausiliare di Madrid-Alcalá, che presentando nel 1943 il curriculum vitae di Escrivá alla S. Sede, aveva scritto che egli aveva conseguito la laurea con la qualifica di summa cum laude: «Academicos gradus prolithae ac laurea Iuris Civilis apud Caesaraugustanam ac Matritensem Studiorum Universitates obtinuit, Summa cum laude lauream consecutus» (cf doc. n. 8). E così pure non è esatto Javier Echevarría nella testimonianza rilasciata per la beatificazione e canonizzazione di Escrivá: «El Siervo de Dios obtuvo, con la máxima calificación, el título de doctor en Derecho civil...» (Summarium, pag. 545, n. 2101).

 

32 La ricerca è stata effettuata presso la “Unidad Bibliográfica y Documental de Tesis Doctorales de la Biblioteca de la Universidad Complutense de madrid” (Pabellón de Gobierno, Madrid).

 

33 Anche Pedro Rodríguez, El doctorado..., cit., pag. 85, nota 249, ammette di non essere stato in grado di trovare nessuna delle due copie della tesi di laurea che Escrivá aveva presentato all'Università Centrale di Madrid: «No he conseguido ver ningún ejemplar de la Memoria doctoral de san Josemaría...». Sempre stando a Pedro Rodríguez, El doctorado..., cit., pag. 85, nota 249, la Memoria sarebbe stata ritirata in data 11 aprile 1944 da qualcuno a nome di Escrivá.

 

34 Una terza edizione di quest'opera è apparsa, sempre a Madrid e presso lo stesso editore, nel 1988.

 

252 y 253

 

4. La laurea in teologia presso la Pontificia Università Lateranense.

 

I vari passi che hanno permesso a Escrivá di arrivare alla laurea in teologia presso l'Università romana sono chiaramente documentati dalle sue lettere e da quelle del decano della Facoltà di teologia, allora mons. Pietro Palazzini. Essi si possono così sintetizzare:

-20.10.1955: don Juan Sanz Recio, segretario agli studi del Seminario metropolitano di Saragozza, rilascia un certificato attestante gli studi compiuti da Escrivá a Saragozza negli anni 1920-1924 (cf doc. n. 11 en las pag. 284 y 285);

-25.10.1955: Escrivá chiede di poter discutere la tesi di laurea nella Facoltà di teologia, non avendo potuto farlo a suo tempo per impegni personali, e allega il certifícato ottenuto da Saragozza, sostenendo d'aver "fatto regolarmente nella Facoltà Teologica di Zaragoza tutti gli esami di Teología necessari per poter accedere al grado di dottore" (cf doc. n. 12);.

-28.10.1955: nel consiglio di facoltà si discute la domanda di Escrivá. Nel verbale si certifica che la questione era stata sottoposta in via informale alla S. C. dei Seminari e delle Università degli studi, nella persona di mons. Antonino Romeo, il quale aveva risposto asserendo che la questione era di competenza del consiglio di facoltà35. L'esame dei documenti inviati da Escrivá era stato fatto dal cappuc­cino p. Teófilo García de Orbiso, spagnolo, professore di Esegesi biblica nella Facoltà di teología, ed erano stati trovati regolari; si accettava come tesi il volume La abadesa de Las Huelgas, edito nel 1944, sottolineando che lavori già pubblicati erano accettati per la tesi di laurea anche nelle Università italiane; infine, come relatori principali della tesi venivano indicati Pio Paschini, rettore magnifico; Giacomo Violardo, professore nella Facoltà di diritto canonice; Michele Maccarrone, professore di storia ecclesiastica nella Facoltà di teologia; e Giuseppe Damizia, professore nella facoltà di Diritto canonico (cf doc. n. 13 en las pags. 287 y 288)36;

-29.10.1955: mons. Pietro Palazzini, decano della Facoltà di teologia della Pontificia Università Lateranense, certifica che la domanda di Escrivá era stata discussa e approvata nel consiglio di facoltà del 28 ottobre 1955, presente il rettore magnifico mons. Pio Paschini ed esaminati anche i documenti inviati da Saragozza (cf doc. n. 12);

-21.11.1955: la segreteria dell'Università sottopone la tesi di laurea di Escrivá a tre professori dell'Università, cioè: Damizia Giuseppe, Giacomo Violardo e Ugo Lattanzi, professore nella Facoltà di teología. Quest'ultimo non figurava nella lista dei relatori indicata nel consiglio di facoltà del 28 ottobre e non è dato di sapere chi egli abbia sostituito37.

 

35 Mons. Antonino Romeo era allora aiutante di studio per la sezione "Uníversità e Facoltà" della Sacra Congregazione dei Seminari e delle Università degli studi (Annuario Pontificio per l'anno 1955, Città del Vaticano, Tipografia Poliglotta Vaticana, 1955, pag. 910).

 

36 Per una prima informazione su questi professori componenti il consiglio della facoltà di teologia, cf La Pontificia Università Lateranense. Profilo della sua storia, dei suoi maestri e dei suoi discepoli, Roma, Editrice Libreria della Pontificia Uníversità Lateranense, 1963, alle rispettive note biografiche.

 

254

 

-1.12.195538: Escrivá de Balaguer chiede di poter essere ammesso a discutere la tesi di laurea nella Facoltà di teologia della Pontificia Università Lateranense (cf doc. n. 14)39;

-19.12.1955: il prof. Damizia comunica il suo voto sul volume di Escrivá, dicendo che si tratta di un ottimo lavoro, annotando che "forse il lato giuridico della questione doveva essere svolto più profondamente. Questo soltanto mi sembra il lato negativo della tesi”, e che, tutto considerato, il lavoro poteva essere ammesso alla discussione e approvato con somma lode40 (cf doc. n. 15);

-20.12.1955: il prof. Lattanzi presenta il suo voto, concludendo che "il candidato ha approfondito il suo argomento strano e interessante, e con grande maturità di giudizio si muove attraverso i giudizi di canonisti e teologi, e decide su quale titolo fu basato íl potere quasi episcopale della famosa badessa, che ebbe in Italia la sua dirimpettaia nella badessa di Conversano, definita Monstrum Apuliae dal Baronio"41 (cf doc. n. 16 en las págs. 291 y 292);

 

37 Per una prima informazione sul prof. Ugo Lattanzi cf La Pontificia Università Lateranense. Profilo della sua storia..., cit., pag. 187.

 

38 Si noti che, a questa data, Escrivá si trovava in Germania, in un viaggio in Europa iniziato el 22 novembre (o 16 novembre, secondo la Biographia documentata, pag. 951) e conclusosi con il suo ritorno a Roma il 10 dicembre (Prada, El fundador..., III, pag. 335-336).

 

39 Questo foglio, scritto da qualche segretario della facoltà di teologia, contiene un evidente errore nella data di nascita di Escrivá: 1955, invece di 1902.

 

40 Ecco il giudizio emesso il 19.12.1955 dal prof. Giuseppe Damizia: «La tesi del sac. Giuseppe M. Escrivá dal titolo "La abadesa de Las Huelgas" è un ottimo lavoro storico-giuridico... Forse il lato giuridico della questione doveva essere svolta più profondamente. Questo soltanto mi sembra il lato negativo della tesi. Il lavoro può essere ammesso alla discussione ed essere approvato con somma lode». (Archivio della Pontificia Università Lateranense, Prot. 5144/55) (cf doc. n. 15).

 

41 Ecco il giudizio emesso il 20 dicembre 1955 dal prof. Ugo Lattanzi: «La tesi di José María Escrivá studia nel suo aspetto storico e giuridico il caso non del tutto straordinario della giurisdizione quasi episcopale della badessa de Las Huelgas... L'aspetto storico si configura in due fasi: nella prima fase il candidato studia il fatto della giurisdizione quasi episcopale dell'abbadessa de Las Huelgas, nella seconda fase esamina le complesse circostanze attraverso le quali la badessa concretizzò i suoi poteri, diversi da quelli che integravano la potestà dominativa e il potere feudale di cui era investita... L'aspetto giuridico poi è considerato e studiato in jure ed in facto: in iure: se laici e particolarmente donne sono capaci di giurisdizione ecclesiastica; in facto quale tu di fatto il titolo su cui la badessa de Las Huelgas fondò l'esercizio della propria giurisdizione quasi episcopale. Il candidato ha approfondito il suo argomento strano ed interessante e con grande maturità di giudizio si muove attraverso i giudizi di canonisti e teologi e decide su quale titolo fu basato il potere quasi episcopale della famosa badessa, che ebbe in Italia la sua dirimpettaia nella badessa di Conversano, definita Monstrum Apuliae dal Baronio». (Archivio della Pontificia Università Lateranense, Prot. 5144/55) (cf doc. n. 16 en las págs. 291 y 292).

 

 

255

 

-20.12.1955: il prof. Violardo comunica il suo voto, affermando come il lavoro di Escrivá «meriti buona votazione e lode» (cf. doc. n. 17) 42;

-20.12.1955 (martedì): Escrivá difende la sua tesi di laurea, conseguendo il "summa cum laude" (90/90). Alla difesa, secondo il verbale degli Acta examinum... Defensiones dissertationum ad lauream, della Pontificia Università Lateranense, erano presenti il rettore, mons. Paschini, i professori sopra indicati, ai quali si era aggiunto il benedettino p. Ildefonso Tassi, professore di agiografia nella Facoltà di teología (cf doc. n. 18);

-22.12.1955: Il segretario della Pontificia Università Lateranense, Luigi M. Benedetti, "certifica che l'Ill.mo e Rev.mo mons. Giuseppe Maria Escrivá de Balanguer [sic!], figlio di Giuseppe, presidente generale della Società sacerdotale della S. Croce, il 20 dicembre 1955 ha sostenuto "summa cum laude" (90/90) la difesa della sua tesi di laurea in S. Teología presso questo Pontificio Ateneo, ed è stato dichiarato dottore in teologia". Subito dopo, la dichiarazione precisa che essa sostituisce a tutti gli effetti il diploma originale di laurea, che verrà rilasciato a Escrivá quando egli, a norma degli statuti dell'Ateneo, presenterà 50 copie a stampa della sua tesi (Prot. 1791/55) (cf doc. n. 19)43;

-18.1.1956: a una richiesta di Escrivá, di poter presentare solo 25 copie della sua tesi, non avendone trovate altre e dovendo altrimenti provvedere a una dispendiosissima ristampa, mons. Pietro Palazzini concede il suo assenso, dando quindi la possibilità di provvedere al diploma di laurea (cf doc. n. 20);

 

42 In appendice riporto il giudizio del prof. Giacomo Violardo, riprendendolo dallo studio di Francesc Castells i Puig, Gli studi di teologia..., cit., pag. 142, perché nella cartella dello studente Escrivá, conservata presso la Pontificia Università Lateranense, io non l'avevo trovato.

 

43 Alvaro del Portillo nella sua dichiarazione, rilasciata al Processo romano, confonde la data: «Conseguì il titolo di dottore in Sacra Teologia il 22 dicembre 1955, presso la Facoltà di Sacra teologia...» (Summarium, pag. 133, n. 487).

 

256

-8.5.1956: mons. Pietro Palazzini certifica che nell'ultima riunione del consiglio della Facoltà di Teologia, "è stata accolta la domanda di mons. Giuseppe M. Escrivá de Balaguer di presentare n. 20 copie della tesi, anziché di 50, dato che tutte le copie stampate erano già esaurite e la tesi è già in possesss di mole facoltà teologiche" (cf doc. n. 21).

 

 

PARTE SECONDA. ALCUNE RIFLESSIONI.

 

1. Gli studi nella Pontificia Università di Saragozza.

 

In base agli Statuta approvati nel 1897 per la Pontificia Università di Saragozza, nella Facoltà di teologia si potevano conseguire i seguenti titoli: il baccellierato al termine del terzo anno, la licenza al termine del quarto anno, e il dottorato al termine dei cinque anni previsti per la teologia. Ognuno di questi passaggi prevedeva un esame apposito e non si poteva passare al grado successivo se non si era conseguito quello precedente. Gli esami erano orali per il baccellierato e la licenza; scritti e orali per la laurea. L'esame era in latino, a meno che si trattasse di un argomento di filosofia naturale o di storia, nel qual caso si poteva usare anche la lingua spagnola44.

Il punto critico è che non risulta che Escrivá abbia sostenuto gli esami di baccellierato e di licenza in teologia, mentre si sa che dal 1897 sino alla sua soppressione nel 1933 l'Università di Saragozza ha concesso - nella facoltà di teologia, per un totale di 585 studenti - ben 310 baccellierati, 380 licenze e 81 dottorati, quindi un titolo accademico per oltre la metà degli studenti che vi si erano immatricolati45. Inoltre, nel periodo degli studi di Escrivá a Saragozza (1922-1925, corrispondenti cioè al terzo, quarto, quinto anno degli studi di teologia e anno dell'ordinazione sacerdotale, quando Escrivá avrebbe potuto ottenere i titoli del baccalaureato, della licenza e della laurea), sono stati concessi 51 titoli, corrispondenti a 19 baccalaureati, 26 licenze e 6 lauree in teología46. Ciò significa che, anche nel periodo degli studi di Escrivá, v'erano studenti di teologia che ottenevano un titolo accademico, e confermano come Escrivá non avesse allora ottenuto alcun titolo.

 

44 «Tres sunt in unaquaque Facultate academici gradus: Baccalaureatus nem pe, Licentia et Doctoratus, quos qui suscipere cupiat, authenticum prius testimonium de rite approbatis disciplinis, quae requiruntur, Collegio Doctorum exhibebit, atque postea districta sustinebit examina, et quidem oralia pro Baccalaureatu et Licentia, oralia vero et scripta pro Doctoratu» (Dagli Statuta pro Facultatibus S. Theologiae..., cit., Cap. VIII, De collatione graduum, art. 41).

 

45 Francisco Martín Hernández, El seminario de Zaragoza..., cit., pag. 81: «No seguimos ahora la historia de la Universidad Pontificia. Sólo decir que hasta su supresión en 1933 se concedieron en ella 310 bachilleratos, 380 licenciaturas y 81 doctorados en teología...».

 

46 L'elenco dei diplomad è stato pubblicato da Francesc Castells i Puig, Gli studi di teologia..., cit., pag. 137 con alcune inesattezze: Zuliaga sembra essere, nell'originale, Zurriaga, e per Nuez Vaquero le date sembrano essere non 26.II.1924 e 27.II.1924, ma 27.II.1924 e 28.II.1924. Cf le registrazioni ufficiali (nn. 638-688) nell'archivio della Pontificia Università di Saragozza, dove, comunque, non è chiaro il titolo ottenuto da Andrés Andrés Andrés, perché il testo del diploma parla di licenza, mentre la sintesi riportata sul lato sinistro parla di dottorato (cf pag. 672, n. 651 degli Atti ufficiali della Facoltà di teologia della Pontificia università di Saragozza), e Francesc Castells i Puig non ha notato questa discrepanza.

 

257

 

Di fatto, i certificati degli studi di teologia compiuti a Saragozza, sia quello presentato nel 1955 alla Pontificia Università Lateranense, sia quello del 1975 edito da Vázquez de Prada, sia quanto riferito nella Biographia documentata, sia quanto riportato da Francesc Castells i Puig, terminano tutti dicendo che Escrivá ha sostenuto tutti gli esami allora necessari per essere ordinati sacerdoti, ma non dicono mai che egli abbia sostenuto uno specifico esame per ottenere il grado di baccellierato o di licenza in teologia. In pratica, Escrivá si è fermato agli studi richiesti per i semplici sacerdoti47.

Di qui, per lo storico, l'interrogativo - doveroso - di chiedersi per quale motivo Escrivá non abbia conseguito i titoli accademici del baccellierato, della licenza e della laurea in teología a Saragozza48.

 

47 Non è quindi esatto Prada, El Fundador..., I, pag. 166, quando escrive che Escrivá «en junio de 1923 pasó las asignaturas del cuarto curso de Teología..., completando así los estudios de licenciatura en esa Facultad Pontificia», perché per conseguire la licenza in teologia occorreva un apposito esame orale, che Escrivá non aveva superato. Cf anche le memorie autobiografiche di un sacerdote compagno di seminario di Escrivá, don Manuel Mindan Manero, Testigo de noventa años de historia. Conversaciones con un amigo en el último recodo del camino, Saragozza, Librería General, 1995, pag. 115-120, il paragrafo «Mi compañero José María Escribá»: «[Escrivá] no obtuvo ningún grado académico, ni en Filosofía ni en Teología ni en Derecho Canónico, en nuestra Universidad Pontificia...».

 

48 Nessuna delle biografie di Escrivá si pone questo interrogativo, limitandosi a rimarcare che Escrivá ha sostenuto tutti gli esami richiesti per il sacerdozio, con una media di voti più che buona. Anche la Biographia documentata nulla dice al riguardo e persino Ramón Herrando Prat de la Riba, Los años de seminario..., cit., che studia proprio questo argomento in un volume di 450 pagine, diffondendosi a elencare i testi adottati per le varie discipline, i nomi degli studenti, la loro provenienza, la sede dell'università ecc. ecc., riese a non diré che Escrivá non aveva mai sostenido gli esami per il baccellierato, la licenza e la laurea in teologia.

 

258

 

Le motivazioni di solito addotte al riguardo sono di quattro ordini: povertà di mezzi economici per poter completare glí studi necessari per raggiungere la laurea e il conseguente bisogno di provvedere a spese più urgenti; una certa pigrizia da parte dello stesso Escrivá; la non necessità di ottenere subito i titoli accademici; infine, una motivazione spirituale.

Ai primi due motivi accenna lo stesso Escrivá nei suoi Apuntes íntimos, parlando della, povertà di mezzi49 e di pigrizia da parte sua50, in testi regolarmente citati nelle fonti opusdeiste.

Alla motivazione spirituale, invece, accenna Alvaro del Portillo, nella sua testimonianza in favore della beatificazione di Escrivá edita nel Summarium: il desiderio di rinunciare a una carriera ecclesiastica avrebbe indotto Escrivá a non presentare la sua tesi nell'anno accademico 1924-192551.

Alla non necessità di ottenere i titoli accademici una volta terminati gli studi fa appello Francesc Castells i Puig nel suo studio sugli studi di teologia di Escrivá52, con l'aggiunta che «ottenere i gradi era quasi una semplice formalità e che di per sé non comportava un particolare onere»53.

 

49 Ecco quanto scriveva Escrivá nel dicembre del 1937, durante i suoi esercizi spirituali a Pamplona: «Hacer la tesis de derecho y, si puede ser, los grados en Teología... No hice, a su tiempo, los de Teología, porque murió mi padre... y nadie me ayudó económicamente a hacerlos...» (Dagli Apuntes íntimos, n. 1445, citato in Biographia documentata, pag. 533 e 547-548). Ed ecco quanto testimoniato da mons. Alvaro del Portillo al processo per la beatificazione di Escrivá: «Come tutti gli aspiranti al dottorato, cominciò a lavorare alla tesi dottorale; ma in seguito..., anche perché non volle sostenere la spesa delle tasse accademiche, preferendo destinare quei soldi a necessità più urgenti, lasciò da parte la tesi, che terminò e discusse vent'anni dopo presso l'Università Lateranense a Roma» (Summarium, pag. 61, n. 228). Si noti qui, per inciso, che Escrivá discusse la tesi presso la Pontificia Università Lateranense non vent'anni, ma trent'anni dopo i suoi studi di teologia.

 

50 Prada, El fundador.., I, pag. 249-250: «...he pensado mucho en la torpeza mía, al no haberme graduado, a su tiempo, en Zaragoza...», citando Apuntes íntimos, n. 1090, del dicembre 1933.

 

51 «...Rimandò all'anno accademico 1924/25 la discussione della tesi dottorale, che preparò ma non presentò, con l'intenzione esplicita di rinunciare così ad ogni possibilità di fare una "carriera" ecclesiastica. La tesi era sull'ordinazione di meticci e figli di meticci dopo la scoperta dell'America...» (Summarium, pag. 44, n. 164).

 

52 Francesc Castells i Puig, Gli studi di teologia..., cit., pag. 115: «I titoli accademici erano necessari ai sacerdoti che si dedicavano all'insegnamento in seminario o in università... era più frequente che il conseguimento fosse posposto fino a quando il conferimento di un incarico lo richiedeva. Se tale circostanza non si presentava, i titoli non risultavano di grande interesse».

 

53 Francesc Castells i Puig, Gli studi di teologia..., cit., pag. 116.

 

259

 

Ci si deve però chiedere se, storicamente, queste spiegazioni siano soddisfacenti.

Lasciando da parte quella della pigrizia, ci si può soffermare sulla motivazione economica, su quella spirituale e sulla non necessità di ottenere i titoli accademici.

Se realmente Escrivá mancava di mezzi economici, per quale motivo intraprendere una carriera in diritto in una università civile, che certamente avrebbe comportato delle spese e un minimo di altri tre-quattro anni di studio?

Se realmente si trattava di una motivazione spirituale, Escrivá avrebbe dovuto manifestarla già al momento in cui avrebbe potuto conseguire il baccellierato e la licenza in teologia, cioè prima dell'anno accademico 1924-1925, non al momento della laurea. E ció non risulta. E se realmente non intendeva fare carriera o inseguire un prestigio ecclesiastico, per quale motivo ha chiesto di poter laurearsi in teologia trent'anni dopo, quando ormai non ne aveva più bisogno? Altra difficoltà viene dalla sua iscrizione alla Facoltà di diritto nella Università statale di Saragozza. Se realmente non voleva seguire una "carriera", per quale motivo iscriversi a una Università civile, se poi era dell'idea di non conseguire la laurea? Solo per adempiere un desiderio del padre?

E ancora, come si può scrivere che Escrivá stava lavorando alla tesi di laurea in teologia, quando si sa che non aveva superato gli esami né di baccellierato né di licenza?

Circa la non necessità di ottenere i titoli accademicí, si deve notare che oltre la metà degli studenti della facoltà di teologia li ha conseguiti, con estrema facilità e senza particolari oneri, come ricorda lo stesso Francesc Castells i Puig, che giunge a presentarli come una mera formalità.

 

260

 

Accanto a queste domande se ne possono fare altre: Escrivá si sentiva forse impreparato per sostenere gli esami di baccellierato e di licenza in teologia, e preparare poi la laurea, essendo contemporaneamente impegnato nella facoltà di diritto dell'Università civile di Saragozza? o forse i suoi superiori non hanno ritenuto opportuno, per ragioni che in questo momento non conosciamo ancora, concedere anche a lui l'opportunità - concessa ad alcune centinaia di studenti di teologia e futuri sacerdoti, come sopra ricordato - di conseguire anche il minimo grado accademico nella facoltà di teologia? Oppure, a conoscenza che Escrivá si era iscritto nella università civile di Saragozza per l'anno accademico 1922-1923 - quindi prima di terminare i suoi studi di teologia -, essi hanno ritenuto opportuno "punirlo", non permettendogli di conseguire i titoli accademici nella facoltà di teologia? E questa forma di "punizione" non potrebbe essere collegata con l'"abbandono" in cui Escrivá si è trovato nei suoi primi due anni di sacerdozio, quando - come lamentato nel processo per la sua beatificazione - la curia di Saragozza non provvedeva neppure al mantenimento economico di questo suo sacerdote? 54

C'è, in conclusione, qualche cosa ancora oscuro circa i motivi per cui Escrivá non sostenne gli esami necessari per accedere alla difesa della tesi di laurea in teologia a Saragozza.

 

2. Gli studi nella Università statale di Saragozza.

 

Comunemente i biografi di Escrivá dicono che egli si era iscritto all'Università civile di Saragozza una volta terminati gli studi di teologia, nel 1923, con l'autorizzazione del padre, che riteneva questi studi una ulteriore garanzia per il futuro del figlio55, e con il permesso tacito o implicito dei suoi superiori ecclesiastici, concesso al momento del suo trasferimento da Logroño a Saragozza56.

Anche su questo particolare aspetto della vita di Escrivá è lecito chiedersi se le spiegazioni date dai suoi biografi siano soddisfacenti.

-Anzitutto, si deve dire che egli si era iscritto all'università statale per l'anno accademico 1922-1923, quindi nel suo quarto anno di teologia presso la Pontificia Università di Saragozza. In base agli Statuta sopra ricordati, si sa che lo studente nella Pontificia Università di Saragozza non poteva iscriversi contemporaneamente a due facoltà, ma doveva concludere gli studi in una di esse prima di iscriversi in un'altra57.

 

54 Molti particolari al riguardo in Giancarlo Rocca, El fundador del Opus Dei. Une évaluation critique in Revue d'histoire ecclésiastique 102 (2007) 162-181.

 

55 In questo senso, recentemente, anche Karl Lehmann, Per una spiritualità laicale..., cit., pag. 346: «...Aveva iniziato questi studi con l'autorizzazione del padre già nel 1923. Il padre li considerava una garanzia ulteriore...».

 

56 «Riguardo agli studi giuridici, aggiungo che non è logico pensare che, dopo aver ricevuto il presbiterato, il Servo di Dio avesse bisogno di un ulteriore permesso esplicito per proseguire gli studi civili: ovviamente, la venia concessagli quando era seminarista dal Cardinal Soldevila si riferiva all'intero corso di laurea in diritto» (Summarium, pag. 61, n. 229: dalla testimonianza di mons. Alvaro del Portillo).

 

57 «Nemini liceat cursuum cumulatio; h. e., nulli alumnorum fas sit diversarum Facultatum cursibus codem tempore inscribi...» (Dagli Statuta pro Facultatibus S. Theologiae..., cit., Caput V, De studiis in genere, art. 31).

 

261

 

-Inoltre, gli studiosi opusdeisti insistono nell'affermare che Escrivá aveva iniziato gli studi di diritto con l'autorizzazione, anzi, dietro esortazione del padre. Al riguardo sembra opportuno far notare che Escrivá aveva allora 21 anno; che, per quanto riguarda gli studi, egli doveva dipendere dai suoi superiori ecclesiastici; e infine occorrerebbe spiegare in che cosa potesse consistere la "garanzia ulteriore" annessa agli studi giuridici: doveva garantire una posizione di maggior prestigio tra il clero? O una vita economica più tranquilla, al riparo da eventualità che avrebbero potuto rendere difficoltoso il futuro del figlio?

-Più ancora, sembra strano - meglio, assurdo - che un Ordinario conceda il permesso di incardinarsi in un'altra diocesi, subordinandolo implícitamente all'iscrizione in una università civile; tanto più se si tiene presente che, una volta ottenuta l'incardinazione in un'altra diocesi, l'eventuale consenso per proseguire gli studi giuridici doveva dipendere dal nuovo Ordinario nella cui città si trovava l'Università statales58. Resta comunque il fatto che il cardinal Soldevila, accettando Escrivá nella diocesi di Saragozza, non accenna minimamente al "patto" di potergli un giorno permettere di frequentare l'università statale di Saragozza (cf doc. n. 2); ed Escrivá, ringraziando il cardinale per averlo incardinato nella diocesi di Saragozza, non lo ringrazia per aver accettato anche il suo desiderio di poter un domani frequentare la facoltà di diritto nell'università statale di Saragozza (cf doc. n. 3).

-Inoltre, in quel momento esistevano regole precise che non solo limitavano fortemente l'accesso dei chierici alle università statali, ma lo riservavano ai soli sacerdoti, previo il consenso del loro Ordinario, e dopo aver terminato gli studi di teologia59. Ora quando si iscrisse all'Università statale di Saragozza, Escrivá non era ancora sacerdote, non aveva ancora completato i suoi studi di teologia e non sappiamo ancora bene come il card. Soldevila - che conosceva i regolamenti pontifici e aveva pubblicato nel bollettino della sua diocesi quanto stabilito nel 1918 dalla S. Sede60 - abbia risolto le difficoltà.

 

58 Questo argomento non viene più ripreso da Francesc Castells i Puig, Gli studi di teologia..., cit, segno, quindi, che anche per gli studiosi opusdeisti esso risulta ormai debole e inconsistente.

 

59 Ecco quanto prescriveva la Sacra Congregazione Consistoriale nel 1918, rifacendosi ad altri documenti del 1896, 1907 e 1910: «...Nullus ad laicas Universitatum facultates destinetur nisi sacerdotio iam auctus...» (Testo completo del decreto Circa clericorum frequentiam in laicis universitatibus, in Acta Apostolicae Sedis 10 [1918] 237-238).

 

60 Il decreto Circa clericorum frequentiam del 1918, infatti, era stato regolarmente pubblicato nel Baletín Eclesiástico Oficial del Arzobispado de Zaragoza 59, n° 5 (marzo 1920) 134-135, ed è anch'esso regolamente citato nella Biographia documentata, pag. 119.

 

262

 

Infine, si dice che conseguire i titoli accademici era di poca importanza. Se ciò è esatto, come si giustifica tutta questa insistenza di Escrivá per ottenere la laurea in dirítto e poi in teologia?

La conclusione sembra ovvia: la vicenda dell'iscrizione di Escrivá all'Università statale di Saragozza non e chiara e le spiegazioni date non appaiono soddisfacenti, anche perché non si accenna mal a eventuali difficoltà che potevano provenire da parte dei superiori ecclesiastici di Escrivá.

 

 

3. La laurea in diritto presso l'Università Centrale di Madrid.

 

Le questioni al riguardo sono fondamentalmente due.

La prima è costituita dal fatto che Escrivá avrebbe pubblicato a Burgos uno scritto (non si sa ancora che cosa sia: un libro? un articolo di rivista?) sulla giurisdizione dell'abbadessa di Las Huelgas già nel 1938. Questa informazione viene da un curriculum vitae presentato nell'agosto del 1943 alla S. C. dei Religiosi da parte di mons. Casimiro Morcillo, vescovo ausiliare di Madrid (cf doc. n. 10 en las págs. 281, 282 y 283)61.

Regolarmente ignorata in tutte le pubblicazioni opusdeiste, e persino nella Positio e nell'elenco degli scritti sottoposti all'esame dei censori62 - scavalcando, di conseguenza, il problema che essa costituiva -, recentemente Pedro Rodríguez ha proposto l'ipotesi che si tratti semplicemente di un errore di mons. Morcillo, per cui si tratterebbe di una "Memoria", dattilografata nel 1938, poi presentata come tesi di laurea in diritto nel 193963.

 

61 Cf Amedeo de Fuenmayor - Valentín Gómez-Iglesias - José Luis lllanes, El itinerario jurídico del Opus Dei. Historia y defensa de un carisma, Pamplona, Ediciones Universidad de Navarra, 1989, pag. 521-524, dote tras le Publicationes figura anche la seguente: Estudio hístórico-canónico de la jurisdicción eclesiástica "nullius dioecesis" de la Ilma. Sra. Abadesa del Monasterio de Santa María La Real de las Huelgas, Burgos 1938 (ed. italiana: A. de Fuenmayor - V. Gómez-Iglesias - J. L. Illanes, L'itinerario giuridico dell'Opus Dei. Storia e difesa di un carisma, Milano, Giuffrè, 1991, pag. 742).

 

62 Di fatto, nell'elenco degli scritti di Escrivá, sottoposti all'esame dei censori in vista della beatificazione, questo scritto non appare (Informatio: Voti Teologi Censori, pag. VIII-X: Elenco degli scritti del Servo di Dio).

 

63 Questa è l'opinione di Pedro Rodríguez, El doctorado..., cit., pag. 80, nota 226: «Quizá sea este "ejemplar" de Burgos 1938 lo que da lugar a la inexactidud (advertida por J. Estruch, Santos y pillos, Barcelona 1993, p. 67) que se encuentra en un curriculum de san Josemaría que el Vicario General de Madrid, mons. Casimiro Morcillo, había enviado en lengua latina a Roma en 1943...».

 

263

 

Al riguardo si possono muovere diverse obiezioni:

-anzitutto, é da considerare che le informazioni inviate a Roma da mons. Morcillo venivano certamente da Escrivá, che si trovava in bueni rapporti con il vescovo, e che solo Escrivá poteva fornire tanti particolari su di sè, presenti nel curriculum vitae. Escrivá ha fornito informazioni errate solo per il volume (o articolo?) edito a Burgos nel 1938?;

-nel curriculum vitae le pubblicazioni di Escrivá sono indicate sotto il titolo di Publicationes. Edidit, e sono elencate in ordine cronologico. La pubblicazione indicata come edita a Burgos nel 1938 è la terza dell'elenco, e come quarta e ultima pubblicazione viene indicata la prima, elegante edizione di Camino, stampata a Valencia nel 193964. Al termine dell'elenco, poi, si precisa che dei primi due volumi "Santo Rosario" e "Camino" erano già state fatte due edizioni, e del "Santo Rosario" se ne stava approntando una terza. In altre parole, le informazioni appaiono troppo precise per lasciar pensare a un possibile errore solo nell'indicazione del volume edito a Burgos nel 1938, per di più in una lettera ufficiale e d'una certa importanza alla S. Sede;

-mons. Morcillo sapeva che Escrivá si era laureato in diritto a Madrid (di fatto, nel suo curriculum vitae egli ricorda questo dottorato in legge) e ne conosceva anche l'argomento. Ciò posto, se la "Memoria" di Burgos era semplicemente un testo dattilografato, quindi non definitivo, poi confluito nella tesi di laurea - anch'essa dattilografata, ma questa volta definitiva - difesa a Madrid nel 1939, perché mons. Morcillo ha scritto "Burgos 1938", invece di "Madrid 1939"? Sapeva forse che la tesi di laurea del 1939 non era stampata, mentre il testo di Burgos lo era stato nel 1938?;

 

64 «L'anomalia di questa pubblicazione del 1938, di cui non si parlava mai negli scritti opusdeisti, era già stata segnalata da Joan Estruch, Santos y pillos..., pag. 67: «un estudio, por lo demás, que con esta referencia de lugar y año, no es jamás citado en ninguna otra publicación». Questa pubblicazione di Escrivá, del 1938, non viene segnalata nemmeno nella bibliografia generale sul monastero di Las Huelgas, edita da Federico Pérez, Bibliografía sobre el monasterio de Santa María la Real de las Huelgas de Burgos, in Burgense 30/2 (1989) 535-584. Anche la Biographia documentata segnala, tra i documenti, l'esistenza di questa pubblicazione, senza chiedersi, però, che cosa essa sia e come mai non venga mai analizzata o valorizzata dai membri dell'Opus Dei.

 

264

 

-alla data del 28 agosto 1943, cioè quando mons. Morcillo firma il suo curriculum vitae di Escrivá, il volume La abadesa de Las Huelgas era probabilmente già in tipografía o almeno ne era stata ultimata la redazione per la stampa, perché in data 1° agosto 1944 Escrivá era in grado di presentarne una copia omaggio a mons. Morcillo65. Come mai non viene indicato anche questo volume in fase di stampa? O in quel momento a Escrivá bastava segnalare la pubblicazione edita nel 1938, perché il volume sulla abbadessa di Las Huelgas, in realtà, era ancora in una fase primordiale di redazione?;

-se lo scritto è stato realmente pubblicato nel 1938, come ha potuto la Facoltà di diritto dell'Università centrale di Madrid concedere la laurea in diritto per una tesi già edita almeno un anno prima?

Come si vede, e in conclusione, occorrerebbe sciogliere le difficoltà sopra elencate - e forse anche quelle che altri studiosi potrebbero vedere in questa vicenda - prima di accettare l'opinione che si tratti di un errore di mons. Morcillo.

La seconda questione che conviene sottolineare - sulla scia di tanti altri Autori, ovviamente - è che in nessuna parte del volume La Abadesa de Las Huelgas, edito nel 1944, si dice che esso è una tesi di laurea o il rifacimento di una tesi di laurea, riveduta o corretta per la pubblicazione, e nemmeno si accenna a un precedente volume dallo stesso argomento. I recensori, che in vario modo hanno lodato La Abadesa de Las Huelgas, si possono distinguere in due gruppi: quelli che hanno recensito la prima edizione del volume, edito nel 1944, e quelli che si sono poi susseguiti a recensire la ristampa del 1974 o la terza del 1988. I recensori della edizione del 1944 nulla sapevano o quasi nulla di Escrivá e hanno recensito il volume così come stava, cioè non pensando che si trattasse di una tesi di laurea in diritto66.

 

65 Ecco il testo della dedica: «Al Excmo. Sr. Obispo Auxiliar de Madrid, D. Casimiro Morcillo, con todo cariño. Josemaría, Madrid, 1 de agosto 1944».

 

66 Non sa che si tratta di una tesi di laurea l'anonimo recensore che ha presentato il libro La Abadesa... in Bibliotheca Hispana 2 (1944) 526-527. Ugualmente non sa che si tratta di una tesi di laurea J. Pérez de Urbel, che recensisce il volume in Revista española de teología 5 (1945) 142-144: «...Conocíamos al Dr. Escrivá como maestro de la espiritualidad por su hermoso libro intitulado Camino. Esta nueva obra nos descubre en él todas las cualidades del historiador» (pag. 144). E ancora non sa che si tratta di una tesi di laurea M. Giménez Fernández, che recensisce il volume su Arbor. Revista general del Consejo Superior de investigaciones científicas 2 (1944, n. 6) 395-396, una revista già allora vicina all'Opus Dei. Ugualmente ignora che si tratta di una tesi di laurea il recensore che si firma J. L. S., in UZ. Universidad. Revista de cultura y vida universitaria. Zaragoza 22 (1945) 184-186. E infine Lamberto de Echeverría, En torno a la jurisdicción eclesiástica de la Abadesa de Las Huelgas, in Revista española de derecho canónico 1(1946) 219-233, il quale ignora che si tratta di una tesi di laurea.

 

265

 

I recensorí delle due ristampe, al contrario, per lo più membri dell'Opus Dei o vicini all'Opus Dei, non hanno avuto difficoltá a scrivere che si trattava di una tesi in diritto67.

 

4. La laurea in teologia presso la Pontificia Universitá Lateranense.

 

a) I regolamenti universitari. Le norme che reggevano il conseguimento della laurea in teologia presso la Pontificia Università Lateranense erano quelle della costituzione apostolica Deus scientiarum Dominus, del 193168, confluite negli statuti propri della Pontificia Università Lateranense.

In base a queste norme, i gradi accademici previsti nella Facoltà di teología erano tre: il baccalaureato, la licenza e la laurea.

Per quanto riguarda la laurea, la Deus scientiarum Dominus prevedeva, all'articolo 39, che nessuno potesse conseguirla se prima non avesse ottenuto la licenza69. All'art. 46, inoltre, essa chiedeva che il candidato presentasse una dissertazione scritta che dimostrasse la sua preparazione e potesse poi, almeno in parte, essere stampata.

Gli statuti della Pontificia Università Lateranense si erano attenuti a queste norme di carattere generale. In concreto essi stabiliva no che nessuno potesse essere ammesso alla laurea se non avessse prima conseguito la licenza; se non avesse superato tutti gli esami previsti per l'anno precedente; che la tesi venisse scritta in latino o, se in una lingua moderna accettata dalla Facoltà, se ne presentasse un sommario in lingua latina; ci fosse la cosiddetta lectio coram; che l'argomento della tesi di laurea avrebbe dovuto essere approvato dal professore della rispettiva disciplina, con il consenso del rettore dell'Università; che la difesa della tesi venisse protratta per un'ora intera; infine, che le sessioni per la difesa della tesi erano previste nei mesi di luglio, ottobre, gennaio e aprile70.

 

67 Cf, in questo senso, la recensione di Manuel Guerra in Burgense 16 (1975) 395-396, per la ristampa del 1974: «Sin embargo, esta obra, tesis doctoral del A. en Derecho...» (pag. 395); e la presentazione di Juan Larrea [membro dell'Opus Dei, arcivescovo di Guayaquil, in Ecuador], El libro "La abadesa de las Huelgas", in AA. VV., San Josenaaría Escrivá. Contesto storico..., cit., pag. 291-300, in particolare pag. 291: «...facilitar la lectura de la que fue tesis de doctorado de Derecho y que reelaboró después ampliamente para su publicación...».

68 Cf il testo della costituzione Deus scientiarum Dominus, in Acta Apostolicae Sedis 23 (1931) 241-262.

 

69 «Art 39. Nemo laurea donetur, nisi licentiam antea consecutus sit» (Deus Scientiarum Dominus..., cit., pag. 257).

 

70 Pontificium Athenaeum Lateranense, Ordo anni academici 1955-1956, Roma 1955, pag. 17ss: Excreta ex statutis et normis vigentibus..., pag. 29-30: «Candidatas ad laureas accedens oportet: a) ut licentiam consequutus sit; ...c) ut thesim doctoralem latinis litteris vel in casibus particularibus, aliqua ex modernis linguis quam Facultas approbaverit, conscriptam... (Si candidatus licentiam obtinuerit scribendi doctoralem thesim alia ac latina lingua, debet simul amplum summarium latine exaratum exhibere); d) ut tres quaestiones... conveniente temporis spatio, explicet..».

 

266

 

b) Le difficoltà relative alla richiesta di conseguire la laurea in teologia.

Le questioni che si possono sollevare sono molte e qui ne vengono segnalate alcune:

-Escrivá non aveva conseguito né il baccellierato né la licenza in teología, e quindi, a norma della Deus scientiarum Dominus e degli statuti della Pontificia Università Lateranense, non poteva essere ammesso alla discussione della laurea;

-Escrivá si presentava per la laurea a 30 anni di distanza esatti dal termine degli studi di teología;

-Escrivá presenta come tesi di laurea non una nuova dissertazione, ma un volume edito nel 1944, considerato una rielaborazione di una tesi di laurea conseguita nel 1939 a Madrid;

-Escrivá non precisa, nella sua richiesta, che il volume La Abadesa de las Huelgas è una rielaborazione di una tesi di laurea in diritto, e il consiglio di facoltà non fa alcun cenno alla questione;

-nella cartella di Escrivá non risulta alcuna sintesi in latino della sua tesi di laurea;

-la difesa della tesi di laurea non è avvenuta in una delle sessioni previste dalla Pontificia Università Lateranense, ma sembra ne sia stata stabilita una apposita, nel mese di dicembre, alcuni giorni prima di Natale.

 

267

 

c) Le valutazioni della Pontificia Università Lateranense.

Esse toccano diversi aspetti e qui se ne mettono in luce alcuni.

-Per quanto riguarda la licenza in teologia, di cui Escrivá era privo, il problema di poterlo ammettere alla laurea esisteva, e lo si può notare dalle affermazioni, molto circospette, con cui Escrivá presenta la richiesta di conseguire la tesi di laurea. Egli dice d'aver sostenuto "tutti gli esami", il che è vero, ma non precisa di non aver ottenuto né il baccellierato né la licenza, necessari per accedere alla laurea.

Lo stesso certificato sottoscritto il 20 ottobre 1955 dal sac. Juan Sanz Recio, segretario del Seminario metropolitano di Saragozza, e presentato da Escrivá alla Pontificia Università Lateranense insieme con la richiesta di poter discutere la tesi di laurea, certifica che Escrivá ha sostenuto tutti gli esami richiesti per optare alla laurea, ma non dice che Escrivá aveva sostenuto l'esame di baccellierato e di licenza (cf doc. n. 11 en las págs. 284 y 285)71. In altre parole, ci si rendeva conto che mancava qualche cosa nella carriera accademica di Escrivá.

D'altro canto, per la Pontificia Università Lateranense era necessario avere un documento che comprovasse gli studi compiuti da Escrivá, e da qui la richiesta fatta dallo stesso Escrivá per avere un certificato da Saragozza.

Ci si può chiedere, a questo punto, come la Pontificia Università Lateranense abbia superato la difficoltà. In teoria, mancando un certificato di licenza, avrebbe dovuto richiederlo e quindi esigere che Escrivá si sottoponesse a questo esame. Di fatto, questo esame non venne richiesto. Pare possibile fare due ipotesi: o le autorità accademiche hanno considerato sufficienti gli esami sostenuti a Saragozza, pur sapendo che mancava il titolo della licenza in teologia; oppure hanno semplicemente agito come se il titolo della licenza esistesse72. Si spiega così il ricorso - sopra ricordato - a mons. Romeo.

 

71 «... Certifico también y expresamente atestiguo que los estudios cursados y debidamente aprobados, de que más arriba se ha hecho mención, son todos los que, según los Estatutos de la Pontificia Universidad de Zaragoza, se requerían para poder presentarse a optar al grado de Doctor» (cf doc. n. 11 en las págs. 284 y 285).

 

72 Sembra comunque opportuno precisare che l'aver ottenuto i gradi accademici del baccalaureato e della licenza non era una questione puramente formale per poter accedere alla laurea, e che ci si potesse presentare senza questi titoli. Il richiamarsi alla prassi spagnola - come fa Francesc Castells i Puig, Gli studi di teologia..., pag. 134-135, non sembra corretto, perché tutti i dottorati concessi ira il 1922 e il 1925, riportati anche da Francesc Castells i Puig nel suo studio (pag. 137), erano stati preceduti dai regolari titoli di baccalaureato e di licenza. L'unico dottorato che non risulta preceduto da questi titoli nell'elenco di Francesc Castells i Puig, è quello di Andrés Andrés Andrés, per il quale, però - come si è avuto modo di spiegare - si tratta probabilmente non di laurea, ma di licenza in teologia.

 

268

 

Ci si può anche chiedere, come fa il Summarium, se non ci fossero particolari meriti accademici da parte di Escrivá atti a far superare eventuali ostacoli. Di fatto, Escrivá non aveva a suo merito, se si eccettua il volume La abadesa de las Huelgas, altre pubblicazioni di carattere scientifico, né libri né articoli di ricerca apparsi su riviste scientifiche, non dovendo qui essere presi in considerazione i suoi meriti sacerdotali73.

Tutto considerato, questa ipotesi, cioè dei meriti accademici, non sembra accettabile, trattandosi di docenti che ben conoscevano il regolamento della loro Università e, più in generale, i regolamenti in vigore nelle Università ecclesiastiche.

 

C’era poi la difficoltà proveniente dal fatto che, come tesi di laurea, veniva presentato un volume edito nel 1944, rielaborazione di una tesi di laurea difesa a Madrid nel 1939, e il cui argomento era già stato trattato in un testo - se l'informazione di mons. Morcillo è esatta -, nel 1938. Non si trattava, quindi, di un argomento nuovo, e nemmeno di un argomento concordato con un professore della Facoltà di teologia. L'addurre che anche nelle università italiane si accettavano, come tesi di laurea, opere già edite, non pare un argomento sufficiente, dovendo la Pontificia Università Lateranense attenersi alle norme ecclesiastiche, e non alla prassi delle università italiane. Pur riconoscendo che il volume del 1944 era una rielaborazione di una tesi di laurea, era lecito presentarlo per una laurea in teologia? Nessuno dei professori si è accorto della incongruenza di questo modo di procedere? Non è facile rispondere a questi interrogativi, perché le fonti archivistiche nulla dicono al riguardo. All'apparenza sembra che, in realtà, più che di una difesa di una tesi, si sia trattato di una laurea in teologia concessa honoris causa.

 

73 Non sembra quindi esatto quanto dichiarato da mons. Alvaro del Portillo, e cioè che Escrivá non frequentò le aule del Pontificio Ateneo Lateranense «per ovvi motivi. Fu lo stesso decano della facoltà di teologia, mons. Piolanti, a decidere in tal senso, in considerazione della persona del fondatore dell'Opera e dei suoi innegabili meriti sacerdotali ed accademici. Posso anche aggiungere che il nostro Fondatore scelse quest'Università dietro consiglio di un buen amico, mons. Giacomo Violardo, poi cardinale di Santa Romana Chiesa. Ricordo che questi mi spiegò di aver insistito in tal senso perché si rendeva conto che col passare del tempo sarebbe stato un onore per L'Università Lateranense il poter annoverare mons. Escrivá de Balaguer tra i suoi dottori». (Dalla testimonianza di mons. Alvaro del Portillo, in Summarium, pag. 133, n. 488). Nello stesso senso anche Javier Echevarría nella testimonianza resa per la beatificazione e canonizzazione di Escrivá: «Entre los profesores estaba Monseñor Violardo, que aconsejó vivamente al Siervo de Dios que obtuviese el doctorado en la Universidad Lateranense. Decía el futuro cardenal Violardo que esa Universidad se sentiría muy honrada de contar entre sus doctores al Siervo de Dios» (Summarium, pag. 545, n. 2102).

 

269

 

-Altra difficoltà poteva venire dal fatto che la richiesta della difesa della tesi di laurea veniva a distanza di circa 30 anni dalla conclusione degli studi. Teoricamente, anche gli studi teologici potevano aver conosciuto una evoluzione, degli sviluppi, nuovi metodi d'indagine, che non erano più quelli degli anni 1920-1925. A questo riguardo, però, nulla hanno detto i membri del consiglio della Facoltà di teologia.

 

-Si può ancora notare che i giudizi dei tre censori arrivano proprio all'ultimo momento: quello di Damizia alla vigilia della difesa di laurea, quello di Lattanzi e di Violardo il giorno stesso della laurea.

 

-Ci si può chiedere, a questo punto e alla luce di quanto sopra esposto, se la dichiarazione rilasciata nel 1981 dalla Pontificia Università Lateranense sia esatta. In essa, infatti, si dice che Escrivá si era regolarmente iscritto al quinto anno di teologia, aveva sostenuto tutti gli esami previsti per conseguire la laurea - il che non è vero - e si era appunto laureato il 20 dicembre 195574.

 

In conclusione, nella ricostruzione dei vari passi che hanno portato Escrivá alla laurea in teologia resta qualche cosa di incerto, e ció potrebbe spiegare perché questa questione sia stata ridotta a una semplice nota nella Biographia documentata e scompaia completamente nella biografia di Prada75.

 

74 «Dagli Atti della Segreteria di questa Pontificia Università risulta che lo studente don José María Escrivá de Balaguer, regolarmente iscritto negli anni accademici 1955/56 tra gli alunni ordinari del quinto anno della Facoltà di Sacra Teologia, superati i prescritti esami, ha conseguito il giorno 20 dicembre 1955 il grado accademico di laurea in Sacra Teologia con la qualifica "summa cum laude" (90/90)...» (Biographia documentata, pag. 1055, doc. n. 1).

 

75 Biographia documentata, pag. 1019-1020, nota 53. Nulla al riguardo, come già segnalato, in Prada, El fundador..., III, cit.

 

270

 

d) Il motivo per cui Escrivá chiese di conseguire la laurea in teologia. C'è poi, infine, un'altra questione da esaminare, e riguarda il motivo per cui Escrivá ha cercato una laurea in teologia quando aveva oltre 50 anni. Di solito si adduce quello della esemplarità per i membri dell'Opus Dei. In altre parole, avendo Escrivá stabilito nelle costituzioni dell'Opus Dei che tutti i sacerdoti numerari avrebbero dovuto conseguire una laurea ecclesiastica e una civile prima di essere ordinati sacerdoti76, voleva egli stesso in qualche modo essere di esempio77.

Ciò potrebbe essere esatto, ma occorre esaminare anche un altro aspetto, quello cioè relativo alla candidatura di Escrivá a vescovo e di cui si parlava ormai da diversi anni.

Si dice, infatti, che Escrivá abbia cercato di ottenere la laurea in teologia per avere un attestato in più da presentare per l'eventuale sua candidatura a vescovo, tenendo conto che si preferiva allora una laurea ecclesiastica, in teologia o in diritto canonico. La questione, però, non è così semplice e meriterebbe di essere chiarita, perché si sa che la candidatura di Escrivá a vescovo era già stata avanzata nel 1945 (quando cioè Escrivá aveva 43 anni) ed era stata respinta - nonostante la voluminosissima informazione - con un dilata. E lo stesso esito aveva avuto una seconda candidatura, avanzata nel 1950 per la diocesi spagnola di Vitoria, anche questa respinta con un dilata con motivazioni - riguardanti la formazione dei membri sacerdoti dell'Opus Dei, le polemiche sull'Opus Dei, la personalitá stessa del fondatore con risvolti psicologici poco chiari, ecc. - che difficilmente avrebbero potuto essere superate in una eventuale terza candidatura. Ammesso che Escrivá sapesse, nel 1955, di una sua possibile candidatura come vescovo, se ne dovrebbe concludere che egli non era al corrente delle varie obiezioni che, nelle due precedenti candidature, avevano spinto i responsabili vaticani a decidere per un dilata. E nulla di tutto ciò nella Biographia documentata, nè in Prada e nemmeno nello studio di Francesc Castells i Puig più volte ricordato in questo studio.

 

76 Constitutiones Societatis sacerdotalis Sanctae Crucis et Operis Dei, Roma 1950, art. 142, pag. 83: «Omnes instituti sacerdotes praediti sint oportet laurea doctorali in aliqua disciplina ecclesiastica. Laurea quoque vel titulus academicus in disciplina aliqua profana semper praerequiritur».

 

77 «Nello Ius peculiare dell'Opera il nostro Fondatore stabilì che tutti i sacerdoti numerari devono possedere un dottorato ecclesiastico oltre al dottorato civile, prima di venire ordinati... Il Servo di Dio, non appena gli fu possibile, volle dare esempio anche in questo: agli inizi degli anni cinquanta chiese il trasferimento dei suoi documenti accademici dall'Università di San Valerio e di San Braulio al Pontificio Ateneo Lateranense» (Summarium, pag. 133, n. 487: dalla testimonianza di mons. Alvaro del Portillo; cf anche Biographia documentata, pag. 1019-1020, nota n. 53).

 

271

 

Conclusione.

 

Come si vede, non tutto è chiaro nella ricostruzione degli studi accademici compiuti da s. Josemaría Escrivá de Balaguer.

Sostanzialmente, queste vicende sono il riflesso dell'indole del fondatore dell'Opus Dei, un uomo fortemente incline all'azione concreta, all'organizzazione e non insensibile al possibile prestigio che i gradi accademici, sia civili che ecclesiastici, potevano recargli, come dimostra la sua lunga ricerca, anche in età avanzata, del conseguimento della laurea in teologia, in un momento in cui un titolo accademico ben poco poteva aggiungere al suo prestigio di fondatore.

Il motivo della esemplarità per i membri dell'Opus Dei invocato per tale conseguimento può essere vero, ma la ricostruzione storica delle vicende - specialmente quelle per la laurea in teologia - offusca non poco tale motivazione, non tanto per responsabilità dello studente Escrivá, quanto piuttosto per una certa compiacenza della Facoltà di teología del Pontificia Università Lateranense, che ha tenuto poco conto delle difficoltà - reali - che avrebbero potuto consigliare maggior cautela nel conferimento del titolo78.

 

78 In una vetrata (realizaba nel 2006) della cappella (benedetta nel 2008) della Pontificia Università Lateranense è raffigurato anche s. Josemaría Escrivá de Balaguer, a ricordo della laurea in teologia ottenutavi nel 1955. E nel corridoio centrale della Facoltà di Filosofia della stessa Pontificia Università Lateranense è stato posto, nel marzo del 2008, un quadro di s. Josemaría Escrivá de Balaguer (ritratto in abiti da Gran Cancelliere della Università di Navarra), accanto ad altri quadri di santi e beati, ex studenti della Lateranense.

 

 

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